Risanare gli ambienti

Se una casa non respira prima o poi sono guai per tutti, per la nostra salute e per quella dell’immobile. La quantità di microrganismi come pulviscolo, funghi e batteri aumenta con l’aria stantia che si respira negli appartamenti.

Ma siamo davvero in grado di ottenere aria fresca e pulita?

L’aria pulita deve poter entrare nell’edificio e l’aria viziata, oltre che inquinata da gas e micro polveri, deve essere restituita all’ambiente esterno. Se un buon clima interno tra le mura domestiche favorisce la percezione di “benessere”, una buona qualità dell’aria ci consente di conservare la nostra vitalità e di esporci in maniera inferiore gli agenti inquinanti indoor. Anche i vapori e gli umori sprigionati da ambienti come il bagno, la cucina o la lavanderia, devono poter essere espulsi. Il momento migliore per cambiare aria è quello dopo i temporali, quando l’aria si purifica, richiedendosi di ioni negativi, al contrario prima dei temporali è preferibile non arieggiare, perché l’aria è carica di elettricità e ioni positivi.

I ricambi d’aria dovrebbero comunque essere frequenti e per periodi di tempo ridotti, se non vogliamo disperdere il tepore e raffreddare troppo le superfici nel periodo invernale.

Cambiare l’aria è davvero un’arte.

Una cattiva ventilazione infatti può mettere anche a rischio la salute dei nostri immobili. L’aria umida e calda interna contatto con le superfici fredde, soprattutto in corrispondenza dei “ponti termici” dà infatti luogo a fenomeni di condensa, sviluppando umidità e muffe sulle superfici interne delle pareti. Gli scambi d’aria con l’esterno, garantiti in modo approssimativo, dai vecchi infissi o da tecniche costruttive poco accorte, nelle nuove case a risparmio energetico vengono oggi ridotti al minimo, con la finalità di contenere le dispersioni di calore. Una casa a risparmio energetico, sul modello di una casa passiva  a consumo pressoché nullo, impone una perfetta tenuta all’aria di tetto e pareti, con una drastica riduzione dei temibili spifferi. Allo stesso tempo però non possiamo pretendere di rinchiuderci dentro scatoloni ermetici senza ricambi di ossigeno, ne va della nostra sopravvivenza, ma anche della salubrità e della tenuta nel tempo, e di valore, della casa stessa.

I danni causati dall’umidità sono aumentati drasticamente negli ultimi anni. Uno studio molto rigoroso realizzato dal Politecnico di Dresda ha dimostrato che una casa su quattro, esattamente il 23%, presenta dei problemi di condensa e muffe.

Nei paesi del Nord Europa, dove gli spifferi in inverno possono essere particolarmente taglienti, la tecnica dell’areazione meccanica controllata e da oltre 25 anni una realtà consolidata. Le case passive utilizzano un sistema di ventilazione controllata e filtrata, con recupero di calore, dove l’aria fredda proveniente dall’esterno viene riscaldata dall’aria calda in uscita. I canali di passaggio dell’aria sono sottili e allungati, in modo da permettere lo scambio termico.

L’aiuto delle piante

Le piante d’appartamento sono in grado di umidificare e purificare efficacemente l’aria degli ambienti domestici. Ci aiutano ad assorbire e rimuovere le sostanze chimiche volatili presenti negli ambienti chiusi, riuscendo a demolirle. Studi condotti su più di 50 esemplari dalla NASA, l’ente spaziale americano, hanno confermato le proprietà di alcune piante di neutralizzare in breve tempi in tempi brevi, quantità considerevoli di sostanze tossiche quali: monossido di carbonio, anidride solforosa, benzene, formaldeide, tricloroetilene, xilene, toluene e altre tossine più o meno velenose. Per quanto riguarda l’inquinamento elettromagnetico, anche qua Madre Natura ci viene in soccorso. L’esempio più rappresentativo è quello della tillandsia, pianta tropicale che sembra nutrirsi di cariche elettrostatiche e che ha la sua collocazione ideale vicino allo schermo TV o sul monitor del computer.

Le piante aiutano anche a creare l’equilibrio naturale tra gli ioni positivi e ioni negativi. In particolare questi ultimi sono di vitale importanza per il ristabilimento del buon umore, l’ossigenazione e il rafforzamento del sistema immunitario. La presenza degli alberi in prossimità della nostra abitazione ci può essere utile per fare ombra in estate  e per migliorare la nostra qualità della vita, a cominciare dall’aria che respiriamo. Come conferma uno studio dell‘Istituto di biometeorologia del CNR, la presenza di piante arboree quali il frassino, l’ontano nero, l’olmo,  il tiglio, la betulla, il larice e il pino, possono contribuire a rendere l’aria più salubre. Le foglie a  superficie larga infatti svolgono un ruolo efficace nell’assorbire le polveri sottili. Allo stesso tempo non rilasciano terpeni, sostanze profumate che potrebbero però reagire con gli inquinanti emessi dalle automobili, formando ozono troposferico, dannoso per l’uomo e per l’ambiente.

Ma la notte no !!!

Si sa che attraverso il processo della fotosintesi clorofilliana, di giorno le piante assumono anidride carbonica e rilasciano ossigeno, mentre di notte avviene esattamente il contrario, per questo motivo è sconsigliato tenerle in camera da letto già dalla sera. Secondo molti studi questa teoria non regge molto, le persone continuano ad essere restie all’utilizzo delle piante in camera, dovete sapere invece che il quantitativo di ossigeno che la pianta consuma in camera da letto non è rilevante, a condizione che in camera non ci siano ovviamente troppe piante. Gli studiosi, sostengono che alcune piante, nella zona notte, servono a diminuire lo stress, grazie alla rimozione delle sostanze dannose che ci sono nell’aria. Una o due piante in camera, quindi, aumenteranno il nostro rilassamento. Bisogna però scegliere accuratamente le piante da tenere in camera da letto, alcune di esse emanano ossigeno anche di notte al buio e contribuiscono così a favorire il sonno. Tra le piante da tenere in camera da letto oltre all’aloe Vera e Sanseveria, sono consigliate l’orchidea, il ciclamino, l’edera, la begonia. Il conciliatore del sonno, invece è il gelsomino che aiuta anche a ridurre ansia e stress grazie al suo odore delicato.

Le piante anti smog:

Ficus benjamina, robusta, retusa: viali per combattere le emissioni di formaldeide. Richiedono molta luce. Evitare anche le correnti d’aria.

Pothos ( Scindapsus): come il ficus combatte le emissioni di formaldeide, ma è una pianta più adatta ai luoghi poco luminosi.

Spatillo ( Spatifillum): utile per abbattere l’effetto negativo di solventi, alcoli, acetone, benzene formaldeide. Immette un elevato contenuto di vapore acqueo. Innaffiare spesso.

Chamaedorea, kenzia: efficace soprattutto contro il benzene e la formaldeide. Pianta resistente che richiede poca acqua.

Aloe: pianta robusta, dalle molteplici virtù terapeutiche, utilizzate nella cosmetica come in erboristeria. Assorbe formaldeide. Richiede pochissima acqua.

Dracena compacta: assorbe benzene, formaldeide e tricloroetilene.

Dracena marginata: assorbe benzine e tricloroetilene.

Edera: assorbe soprattutto benzine, ma anche il tricloroetilene.

Gerbera: richiede molta luce, può essere tenuta anche sul balcone durante la stagione calda, mentre in inverno sta bene in casa. Assorbe benzene, trielina e monossido di carbonio.

Crisantemo: assorbe soprattutto le esalazioni di trielina e ammoniaca.

Ilex, viburno, viburno lucido, corbezzolo, fotinia, alloro, eleagno e ligustro: arbusti ‘mangia smog’ per eccellenza, in grado di contribuire al miglioramento della qualità dell’aria nelle città, intercettando i metalli pesanti e abbattendo la CO2  atmosferica.

Salseveria trifasciata: si può tenere in camera da letto o in bagno, emette ossigeno al posto di anidride carbonica, questa pianta è conosciuta con il nome più comune di “lingua di suocera” ed è in grado di filtrare la formaldeide.

Importante: per far si che l’assorbimento dell’inquinamento avvenga nel modo più efficace e bene pulire spesso le foglie delle piante, lavandole con dell’acqua o passandoci un panno umido.

let's protect the environment!

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